La legge 111/2011 sul dimensionamento scolastico ha portato alla fusione delle due scuole secondarie di 1° grado presenti nel territorio ovvero Scuola Media Ald Moro e Scuola Media Maia Materdona, in un’unica istituzione, denominata “Scuola Secondaria di 1° grado ‘G.F. Maia Materdona – A. Moro'”, distinta in due plessi ubicati in zone diverse della città e facilmente raggiungibili dall’utenza.
Di seguito la storia dei due personaggi di cui la nostra scuola porta il nome:
Aldo Moro nacque a Maglie, in provincia di Lecce il 23 settembre 1916. Conseguì la maturità classica presso il liceo “Archita” di Taranto. Si iscrisse presso l’Università degli studi di Bari alla Facoltà di Giurisprudenza, dove prese la laurea, sotto la guida del prof. Biagio Petrocelli, con una tesi su “La capacità giuridica penale”. In seguito, nel 1939, pubblicò la tesi e ottenne la docenza in filosofia del diritto e di politica coloniale alla stessa università nel 1941.
Gianfrancesco Maia Materdona nacque a Mesagne nel 1590 da Pomponio Maia e Ippolita Materdona, nobile tarantina. Egli compì gli studi classici a Mesagne, poi si trasferì a Taranto presso i nonni materni, dove li continuò e, poco più che ventenne, si trasferì a Napoli per completarli. Nel 1611 fu ammesso all’Accademia degli Oziosi. La sua formazione classicista lo spinse, però, a spostarsi a Roma, dove fu ammesso all’Accademia degli Umoristi. Qui, nel 1624 stampò il suo primo lavoro: “Le buone feste. Lettere”. Nel 1628 pubblicò alcuni sonetti boscherecci e nello stesso anno pubblicò l’opera “Cento sonetti amorosi”. Nel 1637 il poeta ebbe una profonda crisi religiosa che lo spinse a bruciare tutte le sue opere libertine e a ritirarsi in un convento dove fu ordinato sacerdote. Nel 1649 scrisse ” L’utile spavento del peccatore” nella quale fa opera di persuasione ad abbandonare l’edonismo e a vivere cristianamente, lontano dalle tentazioni mondane. Morì a Roma nel 1650. Dalla critica letteraria è stato definito: poeta marinista, ossia seguace di G. B. Marino; poeta secentista, ossia interprete del gusto barocco; poeta petrarchista, ossia seguace di Francesco Petrarca e non c’è dubbio che questi aspetti convivano nelle sue opere.